Trump: senza pudore diplomatico

Dopo l’incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente americano Donald Trump, ha ancora una volta usurpato l’ordine del giorno con un paio di tweet scandalosamente ignoranti, sostenendo che la Germania “deve ingenti somme di denaro alla NATO” e che gli Stati Uniti “dai più forti devono essere pagati di più, per la costosa difesa che forniscono alla Germania”. Una risposta diretta a queste affermazioni – che la Germania non deve nulla alla North Atlantic Treaty Organization e che i membri della NATO non devono, e non dovranno pagare nulla agli Stati Uniti per la loro difesa – è che i commenti di Trump non affrontano la vera agenda della sicurezza nazionale tedesca e quello che il paese sta facendo per la sua attuazione.

I membri della NATO, tra cui la Germania, si sono impegnati a spendere per la difesa il 2 per cento della loro produzione economica, ma non è chiaro se Trump capisce che il denaro non è per la NATO; ma è per la complessiva spesa militare di un paese. Non è che se un anno una nazione non arriva al target, aggiunge il deficit di debito ad una certa contabilità ubicata chissà dove. Giustamente, come domenica ha sottolineato il ministro della difesa tedesco, Ursula von der Leyen, “la NATO non ha alcuna considerazione per i debiti”. La NATO ha un bilancio, a cui i membri contribuiscono in conformità ad un accordo di condivisione dei costi, e il contributo della Germania, che ha pagato ogni anno, è il secondo più alto dopo quello degli Stati Uniti, e incide per il 14 per cento del totale. Nulla di questi importi va agli Stati Uniti.
Né la Germania deve pagare un centesimo per mantenere nel territorio tedesco le basi militari statunitensi, anche se queste ultime non pagano la rendita fondiaria e le infrastrutture americane, in cambio del positivo effetto economico che gli impianti portano alle città ospitanti, godono di agevolazioni fiscali. Il motivo di questa disposizione è che gli Stati Uniti vogliono le basi in Germania, e non vogliono spostarle altrove. L’America, dopo la fine della guerra fredda, ha anche drasticamente ridotto il dispiegamento delle sue forze in Europa, in particolare in Germania: il numero del personale degli Stati Uniti di stanza in Germania si è ridotto di oltre 200.000 unità.
Non è del tutto chiaro come e per che cosa esattamente Trump vuole che la Germania debba pagare. In ogni caso, Trump, non riuscirà ad ottenere ciò che cerca, nemmeno aumentando la spesa militare della Germania oltre il 2 per cento del prodotto interno lordo, perché non lo otterrà fino al 2024 – l’anno che Trump lascerà l’ufficio se riuscisse ad essere rinominato per la seconda volta a presidente. Ci sono due ragioni per questo: la magia del numero 2 cento ha poco senso pratico, e gli interessi di sicurezza nazionali della Germania non tutti si inseriscono nel quadro della NATO.
Nonostante la bassa quota di spese militari in termini di PIL, la Germania è il secondo più grande contribuente – dopo gli Stati Uniti – di truppe nelle due principali attuali implementazioni della NATO – la missione di sostegno Resolute, per addestrare le forze di sicurezza afghane e la forza del Kosovo. Berlino ha anche fornito truppe per il nuovo programma di rassicurazione dei tre stati baltici: è la responsabile della Lituania. La Germania contribuisce il 5,1 per cento della spesa militare totale dell’Alleanza, un numero paragonabile a quello della UK – 6,7 per cento – anche se la Gran Bretagna incontra l’impegno del 2 per cento, mentre la Germania no.
La Nato e la Germania nel loro complesso, sarebbero più sicuri se la Germania avesse speso una quota maggiore del suo bilancio nel campo militare? Probabilmente no. Anche ora, non ci sono grossi problemi di efficienza con la spesa, in particolare nel settore degli appalti. Inoltre, dopo aver eliminato l’arruolamento obbligatorio nel 2011, la Germania non sta attirando un numero sufficiente di nuove reclute per giustificare un’importante spinta nella spesa militare. Dopo una serie di riforme, la Bundeswehr non è stata progettata come un permanente enorme esercito, ma piuttosto come una sottile forza di risposta rapida.

Christian Moelling, dell’Istituto tedesco per la politica internazionale e la sicurezza, nel 2014 ha definito l’impegno del 2 per cento una “illusione”, spiegando che, per rendere la sicurezza europea più efficiente, sarebbero stati necessari più cooperazione e coordinamento da parte degli Stati nazionali, non più spesa. La Germania, ha suggerito, avrebbe potuto servire come “centro” di tale sforzo di coordinamento, presentandosi come una “nazione quadro” che mette assieme tutti i paesi più piccoli, aiutando ognuno a specializzarsi in alcuni settori delle competenze militari.
Questa è un’idea politicamente difficile: un progetto di un esercito europeo, sulla base di quello tedesco, metterebbe in armi tutti gli euroscettici del continente; ma il governo tedesco sta facendo del suo meglio per raggiungere l’efficienza, sia con offerte di acquisto, che con manutenzioni bilaterali – vedi i sottomarini con la Norvegia, il velivolo da trasporto con la Francia, i droni con l’Italia e la Francia. Berlino, lavorando a stretto contatto con la Repubblica Ceca e la Romania, nonché con un accordo di ampia cooperazione militare – quasi concluso – con la UK, ha in piedi anche dei tentativi per formare unità congiunte.
Questi sforzi sono più complessi di una semplice assegnazione di ulteriori euro alla difesa, ed è probabilmente inutile cercare di spiegare questo a Trump, che tende a pensare tutto solo in termini di denaro. Alla fine, una maggiore sicurezza non è una funzione diretta degli esborsi. La Russia, vista come una delle più grandi minacce militari verso l’Occidente, l’anno scorso ha avuto un bilancio per la difesa di 66 miliardi di dollari, e, dopo aver completato un importante programma di riarmo, quest’anno si assesta a 49 miliardi di dollari. Questo è solo un po’ di più dei 41,6 miliardi di dollari spesi per la difesa della Germania nel 2016.
La Russia è considerata militarmente più spaventosa della Germania, perché è più incline a prendersi dei rischi, ad essere coinvolta in conflitti e a tollerare le perdite, non perché spende molto di più. I politici tedeschi capiscono che – e, data la storia della loro nazione – hanno consapevolmente scelto un percorso diverso. Per rispondere agli sconsiderati tweet di Trump, il ministro degli Esteri, Sigmar Gabriel, ha affermato: “Una politica di sicurezza ragionevole non è determinata dal numero dei carri armati, da un aumento della spesa militare a livelli folli e con la corsa agli armamenti. Una politica di sicurezza ragionevole significa prevenire le crisi, stabilizzare gli stati deboli, lo sviluppo economico, la lotta contro la fame, i cambiamenti climatici e la scarsità d’acqua”.
Gabriel ha anche sostenuto, che le decine di miliardi di euro che la Germania spende per accettare e per integrare i richiedenti asilo sono un investimento nella sicurezza – che in parte sono dipesi dai controversi sforzi militari occidentali in Medio Oriente. La Germania moderna ha di gran lunga più appetito ad aumentare il suo potere morbido, che far crescere la sua potenza militare: in passato, l’approccio opposto non ha pagato.
Gli Stati Uniti vedono spesso la Germania come un membro della NATO “tirato”. Essa, tuttavia, come è ben descritto nel “Libro Bianco” che il governo tedesco ha reso pubblico l’anno scorso – la terza edizione dopo la fine della guerra fredda – ha interessi per la propria sicurezza nazionale. Il libro assegna agli Stati Uniti ciò che a loro spetta, che sono il più importante alleato della Germania, ma affronta anche il mondo multipolare in cui gli Stati e gli attori non statali conducono guerre ibride e in cui il terrorismo è la minaccia numero uno. La NATO non è progettata per la lotta contro il terrorismo – si concentra ancora sul suo più importante avversario, la Russia.

Il Libro Bianco tedesco considera la Russia una “sfida”, ma osserva che “la sicurezza e la prosperità sostenibile dell’Europa non durerà senza una solida cooperazione con la Russia”.
Al di fuori della NATO, la Germania è un fornitore di polizia e di mantenimento della pace nelle missioni delle Nazioni Unite più grande della Gran Bretagna, per non parlare degli Stati Uniti. In Europa, solo la Francia e la Spagna forniscono ulteriori caschi blu alle Nazioni Unite.
In altre parole, anche se il deterrente nucleare degli Stati Uniti ha fornito importanti garanzie di sicurezza alla Germania, i suoi interessi di sicurezza nazionale non si allineano al 100 per cento con quelli della NATO o degli Stati Uniti. Ma, nonostante ciò, la Merkel ha ribadito gli impegni NATO della Germania e si è impegnata al loro soddisfacimento il più velocemente possibile, sotto l’imperativo di un bilancio senza deficit – una grande promessa del suo partito agli elettori. Trump non sembra apprezzare il fatto, che la sua leva non riesca a forzare la Merkel o suoi successori a fare di più.
Ciò che egli otterrà invece, mentre la Germania manterrà il proprio parere su quello che deve fare per restare al sicuro, riceverà gentili rassicurazioni che gli impegni rimarranno al loro posto: ecco, come emergono le crepe nella più solida delle alleanze.

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