Le storiche ingerenze russe nelle elezioni

Le azioni russe di questi ultimi tempi, come l’invasione della Georgia, l’annessione della Crimea, l’ideazione e il sostentamento ai ribelli nella parte est dell’Ucraina e la interferenza nelle elezioni degli Stati Uniti manifestano un segno che la Russia sta tornando ad una politica estera aggressiva, o sono parte di una nuova strategia?
La risposta a questa domanda, è di fondamentale importanza per capire se le attuali aggressioni russe continueranno.
All’inizio del 17° secolo, la Polonia era una grande potenza che non solo s’immischiava nella politica russa, ma nel 1610 ha anche inviato un esercito a Mosca e ha messo sul trono un principe polacco. Tuttavia, la Russia nei successivi 100 anni ha aumentato il suo potere. Agli inizi del 18° secolo, era la Russia che di rountine si intrometteva nella politica elettorale interna polacca. In quel periodo il re polacco è stato eletto dai nobili: Pietro il Grande e i suoi successori hanno corrotto i nobili affinché remassero contro il governo centrale.

Alla fine del secolo, la Russia, l’Austria e la Prussia sono stati i tre stati che hanno pesantemente tassato la nobile resistenza polacca per finanziarsi i loro potenti eserciti e si sono divisi il territorio polacco, facendolo sparire dalle carte geografiche. In effetti, la Polonia è rimasta parte dell’impero russo fino a quando non ha riacquistato l’indipendenza, durante la prima guerra mondiale.
Un’altra direzione dell’espansione russa è stata a sud-ovest. Nel 1774, la Russia ha sconfitto l’Impero Ottomano, un grande impero che ha dominato il Mediterraneo dal Marocco, e attraverso il Medio Oriente, la Turchia e i Balcani. Nella pace punitiva, la Russia, a nome dei cristiani, si è conservata il diritto d’intervenire negli affari interni ottomani. Nel 1814, dopo che Alexander ha cacciato Napoleone dalla Russia, le truppe dello zar hanno marciato a Parigi e hanno mediato la pace europea. Nel 1848, con un segno precursore dell’invasione sovietica del 1956, le truppe russe hanno annullato la rivolta dei nobili ungheresi contro il dominio asburgico.
Nel tardo 19° secolo, la Gran Bretagna, Francia, Germania e altre potenze europee erano impegnate nella grande “corsa alle colonie” in Africa e in Asia, al contrario, in questo periodo l’espansione imperiale russa è rimasta relativamente limitata, e, anche se ha conquistato terre scarsamente popolate in Asia centrale, quando ha cercato d’espandersi in Estremo Oriente, il Giappone l’ha sconfitta in una guerra umiliante.
Dalla sua nascita nel 1917, il regime sovietico ha cercato di trasformare la sua rivoluzione comunista in una rivoluzione comunista mondiale; ma è stata l’unica vittoria nella seconda guerra mondiale che ha dato all’Unione Sovietica lo status di superpotenza e la capacità d’intervenire in altri paesi su scala globale.
L’URSS ha strettamente controllato e costretto il modello comunista sovietico su tutti i paesi dell’est Europa e ha sostenuto i comunisti e i movimenti radicali anticoloniali nazionalisti di tutto il mondo. L’Unione Sovietica ha cercato di creare una propria alternativa al sistema economico internazionale. rappresentato dall’Unione Europea e la NATO, e guidato nel periodo post-seconda guerra mondiale dagli americani ed europei.
Ora la Russia sostiene gli oppositori nazionalisti del sistema economico internazionale, e, anche se in superficie il comunismo e il nuovo populismo di destra di oggi sono opposti ideologici, in realtà condividono molto in comune: entrambi rifiutano lo status quo internazionale, i modi normali della politica di partito, gli atteggiamenti verso i fatti e i media. Entrambi sono animati da una ostilità di fondo verso il mondo occidentale.
Tuttavia, prima di concludere che la Russia, è di per sé, o di carattere, specificamente orientata verso l’impero e sta espandendo la sua influenza all’estero, dobbiamo valutare un paio di cose.
In primo luogo, il gruppo delle nazioni sovietiche dell’est Europa si sono staccate nel 1989 in maniera straordinariamente pacifica; due anni più tardi, l’Unione Sovietica è stata sciolta dai leader della Federazione Russa, e anche se ci sono stati alcuni scontri e piccole guerre di successione, è stata senza dubbio la dissoluzione più pacifica e rapida di un grande impero di tutta la storia.
Considerando la storia dei violenti conflitti delle tre più grandi popolazioni della regione – polacchi, ucraini e russi – è notevole che la zona non si sia travata in mezzo alle guerre di successione. Il libro popolare “Armageddon Averted” ha catturato il senso, che la pacifica accettazione russa della perdita dell’impero e dell’influenza globale nel 1990, è stata una sorta di miracolo, soprattutto in considerazione delle armi nucleari e di una massiccia diffusione di eserciti in tutta la regione.

In secondo luogo, è anche facile dimenticare la storia “dell’Occidente democratico”. La Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Spagna e Portogallo erano tutte costruite e governate da massicci imperi d’oltremare dal 16° sino alla seconda metà del 20° secolo. La Turchia ha costruito un enorme impero multietnico su tutto il Mediterraneo, dal Marocco ai Balcani, e l’Austria ha assemblato decine di nazionalità in un grande impero europeo continentale.
L’America ha conquistato gran parte dei suoi territori occidentali provenienti da Spagna, Messico e nativi americani del 19° secolo, ed ha stabilito una sfera di influenza nel Sud e Centro America, dove è spesso intervenuta nelle elezioni e anche nei colpi di stato.
Questi imperi si sono separati in due ondate: all’indomani della prima guerra mondiale e nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. Il crollo dell’Unione Sovietica e del suo impero satellitare dell’Europa orientale, è praticamente l’ultimo capitolo della storia di questo fenomeno globale. In nessun luogo il processo di dissoluzione imperiale è stato completamente pacifico, e in luoghi come il Medio Oriente, è stato il nesso di violente ed estese guerre civili.
Il terzo punto da tenere a mente è che, mentre l’intervento russo nelle elezioni degli Stati Uniti non ha precedenti nella storia delle elezioni americane, ed è giustamente un motivo di grande preoccupazione, non è senza precedenti nella storia delle relazioni internazionali. In effetti, gli Stati Uniti hanno una lunga storia di mettere il dito sulla bilancia delle elezioni di altri paesi. Secondo un database compilato da Dov Levin, gli Stati Uniti hanno tentato di influenzare il risultato di 81 elezioni presidenziali in tutto il mondo nel periodo 1946-2000.

Con questi avvertimenti, torniamo alla domanda: le recenti azioni russe significano un ritorno alla tradizionale aggressività russa dopo un decennio dal non caratteristico ritiro avvenuto nel 1989-1999?
Con l’eccezione della Siria, gli interventi russi dal 1991 si sono limitati alle sue immediate vicinanze. L’ingerenza nelle elezioni americane e il sostentamento dei partiti di destra in Europa e negli Stati Uniti, è forse un segno che qualcosa sta cambiando; ma la Russia non sta aumentando verso una grande potenza, come è stato dalla fine del 18° fino ai primi del 20° secolo. Come nazione relativamente debole è in relativo declino di potere, e le sue iniziative di politica estera sono senza dubbio molto orientate a dare sostegno interno ad un regime privo di legittimazione elettorale. In questo senso forse, la recente politica estera russa è da intendersi più come l’azione britannica nelle Falklands, o degli Stati Uniti a Grenada nel 1980, piuttosto che alla lunga serie di atti russi di espansione e di intervento all’estero come durante il suo periodo dei tre secoli di crescita di grande potenza.
Ogni ex impero ha lottato per fare i conti con la sua caduta, e la Russia non è diversa. Sia che ritorni ai vecchi schemi di espansione e di intervento all’estero di 300 anni fa, o che lasci le sue tradizioni alle spalle, questa sarà una delle grandi questioni delle relazioni internazionali dei prossimi anni.

Lascia un commento