NATO: adattabilità ai problemi del mondo

Il 1° marzo, la slovacca Barbora Maronkova, è diventata il direttore del Centro di Informazione e Documentazione della NATO in Ucraina (NIDC).
Lei, che sta lavorando per la NATO dal 2006, ne conosce molti pro e contro. Il nuovo capo della NIDC una settimana fa, ha accettato la sua prima intervista con i media ucraini.

E, mentre parte dei cittadini ucraini – anche se sono in costante diminuzione – si aggrappa al mito della NATO come se si trattasse di un blocco aggressivo, i media hanno iniziato il briefing con Maronkova chiedendole di spiegare in poche parole l’attuale obiettivo della NATO e come la divisione di diplomazia pubblica dell’Alleanza opera per migliorare la sua immagine pubblica in tutto il mondo.
R. “Dal momento della sua creazione nel 1949, la NATO ha lo scopo di garantire la pace e la sicurezza dei suoi Stati membri e delle loro popolazioni. Tuttavia, la NATO è anche in continua evoluzione e cerca di adattarsi alle nuove sfide nel settore della sicurezza, come ad esempio le nostre operazioni di insediamento nelle crisi dei Balcani occidentali nel 1990, la nostra missione in Afghanistan dopo il 9/11, le operazioni per contrastare la pirateria nei pressi delle coste del Corno d’Africa, lo sviluppo delle potenzialità di una difesa cibernetica, la sicurezza energetica e molto altro ancora. Così, la NATO ha dimostrato la sua capacità di adattamento”.
“La NATO, dopo la fine della guerra fredda, cercando di sviluppare collaborazione, aiutare a riformare le strutture di difesa e sicurezza e offrire a coloro che volevano diventare membri, se si fossero impegnati a soddisfare i criteri dell’organizzazione, anche la possibilità di aderire all’Alleanza, ha aggiunto degli stati ex membri del Patto di Varsavia. Oggi la NATO comprende 28 Stati membri, con il membro 29°, il Montenegro, che aderirà al più presto. Inoltre, la NATO sviluppa stretti rapporti di lavoro con molte organizzazioni internazionali e regionali come l’Unione Europea, ONU, OSCE, Unione Africana, ecc.”.
“La Divisione della diplomazia pubblica della NATO, allo scopo di fornire informazioni sulla NATO, la sua politica, le missioni e le operazioni, attua programmi volti a coinvolgere milioni di cittadini, sia nei suoi paesi membri che nei paesi partner. Il quartier generale della NATO a Bruxelles gestisce un programma di visite estremamente intensivo. Inoltre, organizziamo per i giornalisti le visite guidate alle sedi dell’Alleanza, permettiamo agli uomini dei media di partecipare alle esercitazioni militari e a monitorare le operazioni militari a guida NATO. Noi, per promuovere e discutere i temi della NATO con la partecipazione di esperti, studiosi e la gioventù assegniamo sovvenzioni alle organizzazioni pubbliche in più di 40 paesi. Teniamo conferenze, corsi estivi e così via. Siamo attivi anche in internet e nei social network”.

“Tutte queste misure sono volte a migliorare l’accesso alle informazioni e alla consapevolezza della NATO e delle nostre attività”.
D. È molto positivo che di recente il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, abbia dichiarato il suo sostegno alla NATO. Ricordiamo che durante la sua campagna elettorale ha respinto la NATO come obsoleta. Per quale motivo pensa che il presidente possa aver cambiato la sua opinione? E, come Trump ha chiesto, gli europei aumenteranno le spese della loro difesa?
R. “Gli Stati Uniti immancabilmente si sono dedicati alla NATO. Il presidente Trump lo ha sottolineato più volte nei suoi colloqui con il segretario generale della NATO Stoltenberg, ed è stato confermato anche dal segretario alla difesa Mattis, da quello di Stato Tillerson, e da altri alti funzionari americani. Vediamo questa devozione non solo a parole, ma anche nelle azioni: per la prima volta da anni la presenza militare americana in Europa è in crescita, e questo è un forte messaggio di solidarietà a sostegno dei membri europei dell’Alleanza”.
“Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno da lungo tempo sottolineando la necessità di garantire una più equa distribuzione dei costi all’interno dell’Alleanza, e questo è diventato il compito prioritario del Segretario generale. Il 2016 ha visto cambiamenti positivi nelle spese per la difesa: dopo tanti anni di contrazione sono cresciute del 3,8 per cento in termini reali, vale a dire, a 10 miliardi di dollari. Tuttavia, c’è ancora molto da fare. Questo diventerà un importante argomento di discussione nel corso della riunione dei leader dell’Alleanza a Bruxelles, a maggio”.
D. In qualità di direttore presso il Centro di Informazione e di Documentazione della NATO in Ucraina, quali obiettivi ha impostato per se stessa?
R. “Questo Centro quest’anno segnerà il suo 20° anniversario. Si tratta di un evento importante che celebreremo e che deve servire come promemoria del grande lavoro che abbiamo fatto in Ucraina insieme con i nostri partner ucraini, come le università, enti pubblici, associazioni, mass media e gli istituti ufficiali. Quest’anno si festeggerà anche il 20° anniversario del partenariato “Distinctive” tra l’Ucraina e la NATO. Quindi, stiamo presentando al pubblico tutto il grande lavoro che abbiamo fatto insieme nel corso degli ultimi due decenni”.
“Inoltre, abbiamo intenzione di continuare ad assistere l’Ucraina nell’aspetto così importante dello sviluppo delle comunicazioni strategiche. E, al fine di aumentare le capacità ucraine nella sfera della comunicazione al cittadino, della diplomazia, così come di altri importanti aspetti della comunicazione, forniremo assistenza consultiva e formazione specialistica”.
D. Lei ha lavorato come guida turistica in Grecia, ha fondato il Centro per gli affari europei e del nord Atlantico, ed ha eseguito la funzione di coordinatore nel gestore delle operazioni di volo di Sky Europe Airlines. Ma da più di un decennio ha deciso di lavorare per la NATO. Qual è stato il motivo per il quale ha scelto una carriera in questa organizzazione militare e politica?
R. “I giovani spesso vogliono acquisire una variegata esperienza e provano a confrontarsi con vari lavori. Ho avuto la fortuna di fare esperienza sia nel settore privato, che in quello governativo. Ma il mio sogno è sempre stato quello di lavorare per un’organizzazione internazionale, e mi sono dedicata attivamente per far conoscere la realtà della NATO alla popolazione slovacca. Dopo, trasferirsi a Bruxelles è diventato il passo logico della mia futura carriera. Sono stato il primo cittadino slovacco ad ottenere un posto presso il Segretariato internazionale della sede della NATO, e sono molto orgogliosa di questo”.

D. Potrebbe condividere alcuni punti della sua esperienza per promuovere l’adesione della Slovacchia alla NATO e all’UE? Che cosa ha aiutato gli slovacchi a cambiare idea e perché preferiscono l’adesione alla NATO e all’UE anche se sotto Meciar sono indicati come “il malato d’Europa”? Quale dei metodi applicati in Slovacchia potrebbero esser utili e utilizzabili in Ucraina per aumentare il supporto per l’adesione alla NATO?
R. “Dopo aver fatto esperienza in Slovacchia, ho lavorato per qualche tempo con l’Albania, la Croazia, il Montenegro e di recente, cercando di aiutare i loro governi, ho fornito strategie di supporto pubblico per l’adesione alla NATO. Dalla mia esperienza ho capito che ogni paese è unico, non ci sono soluzioni standard”.
“La Slovacchia ha avuto la sua strada. Dopo il 1998 abbiamo avuto una tempesta di cambiamenti, si è formato un nuovo governo, mentre il nostro paese si stava dirigendo a tutta velocità verso la NATO e l’UE attuava le riforme necessarie per soddisfare i criteri di adesione ad entrambe le organizzazioni. È stato un decennio straordinariamente dinamico durante il quale tutte le istituzioni governative, il pubblico, i media e tutti insieme abbiamo fatto molti sforzi per raggiungere questi obiettivi”.
“E nonostante ciò, tra i nostri cittadini ci sono ancora degli stereotipi distorti circa NATO (vale a dire, che la NATO è una reliquia della guerra fredda, un’organizzazione militare gestita dagli Stati Uniti, e che tramite l’adesione alla NATO la nazione perde il controllo delle sue forze armate ecc.); in generale però, i cittadini erano convinti che fosse necessario andare avanti e unirsi alle due più prestigiose organizzazioni internazionali presenti sul continente. Questo ha contribuito a superare molti miti correlati alla NATO”.

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