“Cristo si è fermato in Crimea”

I russi stanno soppesando le osservazioni espresse da un deputato della Duma di Stato per un presunto miracolo avvenuto nel territorio annesso della Crimea.
Il deputato della Duma, Natalya Poklonskaya, ha annunciato il 3 marzo alla televisione nazionale, che un busto dello zar Nicola in Crimea aveva iniziato a piangere: i russi ironicamente si sono divisi in due schiere, una che sostiene che la statua pianga per gli errori e le atrocità commesse, altri invece che affermano che le lacrime siano una rappresentazione di uno stato di gioia, un alleluia.

Ma il fatto è successo? – o è stato fatto succedere?
Natalya Poklonskaya, l’ex procuratore generale della Crimea, che ora è un deputato della Duma di Stato, ha riferito al canale nazionalista, TV Tsargrad, che un busto dello zar Nicola II a Simferopoli “è stato visto piangere”.
“Il mio collega in Crimea mi ha telefonato affermando: “Questa mattina il busto di Nicola sulla piazza accanto alla cappella ha iniziato a piangere!” ha chiarito Poklonskaya al presentatore tv, che a sua volta ha risposto con un educato: “Nooo?”.
Una sorridente Poklonskaya ha osservato che il miracolo coincideva con il centenario dell’abdicazione dello Zar: “Lo statista ci sta aiutando. Dopo tutto anche [i Romanov] sono morti per far rifiorire e rendere più grande la Russia” ha continuato l’ex procuratore della penisola.
“È un miracolo che non può essere spiegato da scienziati o da nessuno, ma adesso chiarisco cosa è effettivamente successo”, ha suggerito Natalya Poklonskaya.
“Un anziano della città era uscito una sera tardi dalla chiesa, e tutto trafelato ha raccontato ai media nazionali d’aver visto da alcuni giorni il ripetersi di un “miracolo”. Ha aggiunto che non aveva visto piangere solo il busto dello zar, ma anche alcune delle icone all’interno della cappella.
Ma, perché Poklonskaya è ossessionata con i Romanov? Questa non è la prima volta che la deputata ha pubblicamente celebrato l’ultimo zar russo.
Lei è anche l’artefice di uno scandalo scoppiato intorno ad un film biografico dello Zar, opera che si prevede che esca per la fine di quest’anno. Nei dettagli del film c’è la storia d’amore tra il giovane zar e una ballerina polacca. Poklonskaya ha chiesto ai pubblici ministeri di verificare se l’immagine di Nicola II, come appare nel film, stesse appannando o costituisse una violazione della privacy dello zar stesso.
Non a caso, il busto al quale lei ha fatto riferimento su Tsargrad TV, si trova nella cappella dove nel mese di ottobre dello scorso anno, ha avuto inizio la sua iniziativa. Per coincidenza, ambedue sono sul posto del suo ex lavoro – l’ufficio del procuratore di Simferopoli.

Da quando lo zar e la sua famiglia nel 2000 sono stati canonizzati, proteggere la loro reputazione è diventata una questione sacra. Tuttavia, anche la decisione di canonizzarli è ancora controversa. Il loro “merito” per essere definiti santi, è messo in discussione dal fatto che Nicola II abdicò volontariamente il trono, e che la famiglia aveva legami con il controverso monaco, Grigory Rasputin.
Ma agli occhi degli “ adoratori dello Zar”, un gruppo di credenti ortodossi che si posizionano in questa ottica, come fa Poklonskaya, Nicola II si è sacrificato per redimere i peccati russi. La loro richiesta è un’analogia del sacrificio fatto da Gesù Cristo.
Il gruppo non ha ancora conquistato la Chiesa ortodossa, che ha descritto la fede in Nicola II come un “eretico” e il gruppo una “setta”.
Ora, l’ossessione pubblica di Poklonskaya con Nicola II sta diventando una fonte di imbarazzo per la Chiesa.
Un vescovo ortodosso, su un post di Facebook, mentre ha sostenuto che le statue piangenti fossero “il presagio di una frode”, ha chiarito che a Poklonskaya dovrebbe essere dato il beneficio del dubbio: “cerchiamo di non criticare la giovane e politicamente inesperta donna deputato”. Egli ha tuttavia, ha anche spiegato d’aver avuto delle esperienze personali con i simili miracoli e ha chiesto “un attento studio di tali fenomeni”.
Non appena il post è stato messo in linea, è stato incaricato un comitato speciale di cinque sacerdoti della Chiesa ortodossa per esaminare il caso.
Il 7 marzo, questo gruppo di lavoro, ha reso pubbliche le sue conclusioni, dalle quali si desume che “non c’è nessuna lacrima, e nemmeno un segno che le possa richiamare”, riporta l’agenzia di stampa, Interfax. La dichiarazione termina con l’appunto che “il controllo continuerà fino a che non si arriverà ad una conclusione definitiva”.

Nel frattempo, il miracolo si sta propagando. Il capo dell’amministrazione locale della città di Svetogorsk, Sergei Davydov, ha riferito al sito di notizie 47news, che anche lui aveva visto le lacrime su una statua di un rivoluzionario bolscevico, Vladimir Ilic Lenin.
“Stavo passeggiando in piazza e ho notato un cambiamento appena percettibile della fronte del nostro ex leader – ha espresso – Mi sono avvicinato e ho visto che una lacrima stava solcando il volto di Ilyich”. Certamente non era una goccia di pioggia. In quel momento mi sono reso conto che anche la statua di Lenin stava piangendo”.

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