Come mai?

Nel corso della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, tenutasi un paio di settimane fa, è giunta la notizia che la Russia avrebbe riconosciuto i vari documenti rilasciati dalle “autorità” delle due auto definitesi “Repubbliche Popolari di Donestk e Lugansk” – in altre parole, dalle regioni occupate dalle forze ibride russe del Donbass.
“Il decreto presidenziale ha dichiarato chiaramente che questo atto è stato fatto per delle preoccupazioni umanitarie … fino a quando gli accordi di Minsk non verranno soddisfatti. I documenti personali dei residenti del Donbass, convalidati dal decreto, sono stati resi tali in modo che i titolari possano entrare in Russia legalmente e utilizzare i vettori di trasporto ferroviario e aerei russi”, ha spiegato Sergei Lavrov.

Data l’isteria che circola sulla Russia e l’Ucraina, ci si poteva aspettare che queste dichiarazioni e azioni, avrebbero causato ogni sorta di calamità durante la Conferenza. Invece nulla.
Lavrov ha sottolineato, che durante i colloqui con i ministri degli esteri, effettuati a margine della conferenza di Monaco di Baviera, la questione non era stata sollevata e nemmeno toccata.
Al contrario, il presidente ucraino, Petro Poroshenko, a questo proposito si è presentato preoccupato: “Ho informato il vicepresidente [degli Stati Uniti, Mike Pence] della recente decisione presa dal presidente Putin, di convalidare i passaporti dei territori occupati, quelli delle cosiddette LPR e DPR, per me è l’ennesima prova della violazione russa del diritto internazionale” ha espresso un adirato Poroshenko ai giornalisti dopo un incontro con Pence.
La discussione di Poroshenko con Pence è arrivata poche ore dopo che Pence aveva promesso di obbligare “la Russia a rendere conto dei suoi atti”.
Se proviamo insieme ad aggiornare la situazione, credo che non ci voglia Giovanni Pico della Mirandola per trarre una particolare conclusione:
- Gli “attivisti” chiudono il confine non ufficiale con le due repubbliche, dopo continue provocazioni;
- la Russia riconosce i documenti delle due LNR e DNR;
- DNR e LNR nazionalizzano tutta l’industria ucraina del Donbass;
- le due “Repubbliche” dichiarano che la linea di contatto è ora da considerarsi un bordo;
- le due DNR e LNR dichiarano che il Rublo russo è l’unica moneta legale nelle due repubbliche;
- le due “Repubbliche” ora esporteranno l’intera produzione di carbone / antracite in Russia;
- tutte le fabbriche delle due “Repubbliche” non pagheranno più le tasse a Kiev;
In corso c’è ben oltre che un semplice riconoscimento “provvisorio dei documenti” per questioni umanitarie. La situazione è sovrapponibile a quella della Crimea quando dal 20 al 26 febbraio 2014, si sono impostate tutte le trasformazioni che poi hanno portato alla sua annessione. Ora LNR e DNR stanno tagliando qualsiasi contatto con l’Ucraina.
Questo fatto però presenta delle complicazioni.
Se gli eventi della conferenza di Monaco non sono riusciti a stimolare della risposte nella comunità internazionale dei media, i passaggi successivi avrebbero dovuto invece stimolare delle reazioni.
Chiunque può accorgersene senza tirare in ballo gli sforzi di Ercole. Lo stesso segretario di Stato britannico per gli Affari Esteri, Boris Johnson, che giorni fa è stato a Kiev, si è stato incentrato esclusivamente sul prossimo concorso Eurovision, e non sui drammatici sviluppi che ci sono in atto nel sud-est.
Una ricerca ha portato a pietosi risultati: nelle prime pagine dei maggiori media internazionali solo Reuters e L’Indipendente del Regno Unito, riportano la notizia “La Russia riconosce i documenti del Donbass”.

Forse i media occidentali sono in imbarazzo per le azioni russe in Ucraina? Perché non rendere il mondo edotto di cosa sta succedendo? L’inutilità occidentale in Ucraina orientale è già stata ampiamente dimostrata; ma la retorica occidentale non ha tali preoccupazioni quando c’è da assalire l’Ucraina. Non si sente imbarazzata?
Monaco di Baviera era colma di rabbiosi giornalisti, dove sono andati a finire? Cosa stanno aspettando?
Il che porta alla finale domanda: perché no? Perché questi recenti eventi in Occidente non generano una notevole copertura mediatica? Perché nessuno per questo prevedibile “cambio di gestione” non sta facendo del fuoco e nemmeno del fumo?

Roberto Bissoli

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