Usa e Ucraina

Sono passati poco più di 40 giorni da quando Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti, la più grande potenza del mondo. Tuttavia, molti ancora non hanno la benché più minima idea di che tipo di politica estera gli Stati Uniti stanno per perseguire e, in particolare, come la nuova amministrazione sta per implementare praticamente lo slogan elettorale di Trump “Rendiamo ancora grande l’America”.
Secondo la tradizione, tutti i presidenti recentemente eletti affrontano una sessione congiunta del Congresso – che è diverso dall’indirizzo del presidente alla nazione, che avviene almeno dopo un anno dalla nomina – e gli intrighi di questa tornata hanno portato al fatto che entrambe le case sono dominate dai repubblicani, come pure il capo dell’amministrazione.
Lunedì, durante una riunione con i governatori, Trump ha già dichiarato la sua intenzione di procedere ad “un aumento storico della spesa per la difesa” per ricostruire l’esercito degli Stati Uniti.

Egli, ha sottolineato che questo aspetto riguarda la sicurezza pubblica e il budget per la sicurezza nazionale. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, significa aumentare il budget del Pentagono di 54 miliardi di dollari, vale a dire il 10 per cento, con dismissioni in simultanea di alcune spese non relative alla difesa, tra cui una notevole riduzione degli aiuti esteri.
Tuttavia, sempre lunedì, ma a tarda notte, in un’intervista a Fox News, Trump ha spiegato che non potesse essere escluso un ulteriore aumento di ulteriori 30 miliardi. “Ci stiamo concentrando a spendere di più nel campo militare. Ma dobbiamo veramente farlo. Non abbiamo altra scelta. E un sacco di gente pensa che [54 miliardi di dollari. – Ed.] siano un’enorme quantità di denaro. Però potrebbero in realtà essere 30 miliardi in più” ha spiegato Trump, ribattendo così ad un rimprovero del senatore John McCain, il quale ritiene che il proposto aumento di 54 miliardi sia insufficiente per rinnovare la capacità di battaglia dell’esercito degli Stati Uniti.
La dichiarazione di Trump ha sorpreso, per cui ho pensato di coinvolgere degli esperti per spiegare prima di tutto a cosa potrebbe portare la scelta di Trump, ma principalmente raffrontandola all’Ucraina.
Oleksandr Tsvietkov, addetto agli studi americani, professore dell’Accademia Diplomatica del Ministero degli Esteri dell’Ucraina:
“Trump si associa a misure radicali attraverso le quali vuole opporsi alla struttura. In una certa misura questo accade con i repubblicani, per cui ci si deve porre una domanda: che tipo di cooperazione vedremo tra il potere esecutivo e quello legislativo, quali risultati e scoperte, i repubblicani e i democratici condividono le vedute sulle questioni basilari?”
“Da un lato, si prevede che Trump adotti un approccio più mirato alla sua dottrina e al modo in cui sarà d’accordo con la posizione politica del suo partito. D’altra parte, molti si chiedono come verrà attuato lo slogan di Trump “l’America prima”. In effetti, nel discorso alla sessione congiunta del Congresso, l’amministrazione ha chiaramente chiarito i propri obiettivi economici e le priorità chiave, cioè attuare un piano contro l’immigrazione clandestina, un ritorno al benessere e una valorizzazione dell’economia”.
“Ciò che riguarda il piano di Trump di aumentare la spesa per la difesa di 54 miliardi di dollari, da un lato, afferma le sue intenzioni di voler rafforzare le capacità di difesa della nazione, e per questo ha mandato un messaggio alla scena internazionale; ma d’altra parte, questi 54 miliardi non sono inaspettati e verranno ricavati facendo dei tagli al settore sociale. Ciò è conforme alle promesse elettorali del presidente, nelle quali aveva sostenuto di tagliare la Obamacare, e che essenzialmente il governo avrebbe tenuto due programmi di assistenza. Ciò, ovviamente, segna una distanza tra l’amministrazione Trump e il partito democratico”.
“Stiamo vedendo che l’amministrazione Trump sta adottando un approccio più duro nei confronti della Russia, ciò è principalmente dovuto alla violazione di Mosca all’accordo sui missili intermedi e a distanza ravvicinata. Attualmente non ci sono progressi nei negoziati sulla riduzione dei missili strategici. Questo è il motivo per cui la retorica di Trump è più tagliente di quanto non lo fosse durante la campagna elettorale presidenziale”.
“Per quello che riguarda l’Ucraina, posso dire che abbiamo un po’ di tempo per adattare la strategia delle relazioni con gli Stati Uniti a ciò che riguarda la soluzione del conflitto sulla nostra terra. Dobbiamo capire dove possiamo avere un dialogo diretto, e come promuoverlo. Inoltre, abbiamo riserve per ri-orientare la nostra cooperazione economica e commerciale con gli Stati Uniti. Ora siamo di fronte ad una sfida: in che modo la nostra industria della difesa potrebbe adattarsi? Se non siamo in grado d’ampliare il nostro commercio verso l’Oriente, abbiamo bisogno di alternative, quindi dobbiamo cercare dei modi per stabilire un dialogo pratico con le aziende tecnologiche militari americane. Naturalmente, questo è possibile solo sulla base di accordi politici. In altre parole, ora siamo in attesa di fare un passo strategico: dare ordine a tutti i componenti del nostro sviluppo economico”.
“A giudicare dai passi dell’Amministrazione, che si è impegnata nel settore militare, la riduzione degli aiuti militari sarà trascurabile; al contrario, gli Stati Uniti presteranno maggiore attenzione alla formazione. Ma se due paesi hanno stretti rapporti politici, sono molto vicini anche in altri ambiti, in particolare quello della tecnologia militare e dell’addestramento delle truppe”.
Mykola Kapitonenko, dell’Istituto per gli studi sociali ed economici:
”L’iniziativa del presidente Trump di aumentare il bilancio della difesa è piuttosto una scelta prevedibile nel tradizionale dilemma del potere intelligente. Picchettare sui generali dell’esercito, su una retorica di una posizione di forza, erano già indicazioni che la nuova amministrazione preferiva un potere difficile, e non quello soft. Questa scelta è in gran parte giustificata. Il mondo è pericolosamente destabilizzato, mentre la domanda di soluzioni è insolitamente elevata. Oggi, investire nella superiorità militare è più vantaggioso che in ogni altra cosa. È per questo che la decisione di aumentare la spesa militare americana di 54 miliardi di dollari – una somma che supera la spesa militare totale di qualsiasi paese al di fuori di quelli della Top 5 – sembra regolare. D’altra parte, gli Stati Uniti sono stati a lungo irraggiungibili nella loro sfera militare”.

“Il loro potere è così superiore a quello di tutti gli altri paesi che è impossibile non prendere in seria considerazione le minacce militari alla sicurezza degli Stati Uniti. Nel frattempo, le minacce di natura diversa stanno diventando sempre più acute: una perdita della leadership, l’erosione delle norme, valori e regimi (per esempio, il regime di non proliferazione nucleare). Sarebbe una bella sfida frenare il processo di proliferazione delle armi nucleari aumentando il proprio budget per la difesa. Possiamo solo sperare che il presidente americano si stia preparando per dare delle risposte anche a questo tipo di minacce. Per noi hanno una particolare importanza”.
“Gli americani stanno parlando da una posizione di forza per risolvere il loro compito globale. Noi, come Ucraina, non vinceremo nulla dalla crescita della spesa militare degli Stati Uniti e non ci avvicineremo alla fornitura di armi”.

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