L’Ucraina presenta nuove armi

Il presidente ucraino Petro Poroshenko, l’11 febbraio, ha annunciato che Ukroboronprom (un’associazione di imprese di proprietà statale nel settore della difesa) ha testato con successo un nuovo tipo razzo terra-aria di produzione nazionale con impressionanti caratteristiche tecniche.
Il Sam, che usa munizioni del calibro di 80 millimetri, può essere lanciato sia dagli elicotteri d’attacco che dai combattenti a terra. La sua capacità è di 20 razzi in mezzo secondo. Le munizioni e gli altri recenti sviluppi del settore della difesa ucraina – (http://www.ua-time.com/2017/01/27/ucraina-gli-aggiornamenti-militari/) – suggeriscono che il calendario la modernizzazione delle forze armate, come previsto dal ministro della difesa Stepan Poltorak e dal presidente Poroshenko, sta centrando l’obiettivo di portare gli standard nazionali entro il 2020 in linea con quelli stabiliti dalla NATO.

Come previsto, la notizia ha prodotto un’ondata di dure critiche dei specialisti militari russi e dei loro commentatori. Mihail Godarenok, un ex redattore capo del Voenno-Prosmyshelennyj Kurier, ha palesemente accusato l’Ucraina di “reinventare la ruota” e valorizzare l’eredità del complesso militare-industriale sovietico; ha anche suggerito che le munizioni da 80 millimetri “non hanno nulla a che fare con gli standard della NATO”. Nel frattempo, l’editore in capo della rivista Arsenal Otechestva, Viktor Murahovsky, ha espresso dubbi sul fatto che l’Ucraina possa essere in grado di produrre in serie questo tipo di razzo “in tempi brevi”. Murahovsky ha giustificato le sue affermazioni sostenendo che il paese non ha abbastanza personale specializzato per arrivare a sufficienti livelli di produzione in modo veloce. Tali ultimi argomenti sono stati ripresi anche da altri esperti russi.
Tuttavia, alcuni funzionari di Mosca sono stati meno affrettati nelle loro valutazioni. Per esempio, il generale dell’esercito ed ex comandante delle forze aeree russe, Petr Deynekyn, ha dato un’interpretazione molto sfumata. Ha ammesso che date le attuali difficoltà economiche dell’Ucraina, ci vorrà probabilmente un po’ di tempo perché il suo complesso militare-industriale possa avviare la produzione sistematica di questa arma; tuttavia, l’alto ufficiale russo non ha respinto l’evidenza che i produttori di armi del paese non avessero fatto un passo avanti tecnologico. Vale a dire, Deynekyn ha notato, che già durante il periodo sovietico, “l’Ucraina era considerata all’avanguardia nell’aviazione, ed era il luogo dove venivano sempre prodotti ottimi armamenti”.

Nel frattempo, l’ammodernamento tecnologico e militare ucraino sembrano essere una questione di crescente preoccupazione, disappunto e invidia da parte dei leader di Mosca. Per esempio, la scelta di Kiev di indire esercitazioni di tiro con l’impiego del complesso Buk-M1 (classificazione NATO SA-17 “Grizzly”) in prossimità della penisola di Crimea – in violazione di una legge emessa dalla Russia dopo aver annesso la penisola – ha stimolato particolari ire nel Cremlino. Numerosi esperti russi e commentatori hanno espresso la loro preoccupazione definendo l’esercizio un “pericolo per la sicurezza nazionale russa”. Il pericolo, secondo i commentatori del Cremlino, non deriva dal mezzo tecnico in se stesso, ma dalla mancanza di professionalità e dalle obsolete attrezzature militari usate dall’esercito ucraino.
Tuttavia, la vera ragione delle preoccupazioni russe sono i timori per l’esponenziale crescita di un concorrente nel commercio internazionale delle armi. In effetti, nonostante gli scandali di corruzione cronica, le difficili condizioni economiche e le conseguenze di un’aggressione esterna, l’Ucraina ha un sostanziale sviluppo di nuove tecnologie legate agli armamenti ed ha una loro grande produzione. Un uso razionale delle risorse interne del paese e un più rapido svolgimento delle riforme necessarie, accoppiate con il supporto esterno, potrebbero creare un fertile terreno per nuove realizzazioni e aumentare in modo esponenziale la presenza dell’Ucraina nel mercato globale delle armi. In effetti, i progressi ucraini in questo campo sono stati recentemente messi in evidenza al Salone Internazionale della difesa di quest’anno – tenutosi ad Abu Dhabi, dal 19 al 23 febbraio. Durante la mostra, l’Ucraina ha presentato una serie di nuovi campioni di armi che hanno attirato un notevole interesse da parte di potenziali acquirenti internazionali.
Un esempio è il veicolo multifunzionale tattico senza pilota, il “Fantom”. Il Fantom è equipaggiato con un complesso di missili anti-carri “Barrier”, che sono in grado di colpire obiettivi nella gamma dai 100 ai 5.000 metri. Inoltre, durante l’expo di Abu Dhabi, Ukroboronprom ha presentato l’elicottero da combattimento, nome in codice KТ112 “Combat”. L’elicottero può essere equipaggiato con “Barrier-V” un sistema missilistico anti-carro progettato per distruggere praticamente tutti i tipi di bersagli corazzati. Inoltre, l’elicottero può essere dotato di “Strela-2” e dei “missili Igla”, in grado di distruggere tutti gli oggetti volanti.


Secondo gli esperti militari ucraini e i veterani della operazione antiterrorismo (ATO), che operano tuttora nel Donbas, i produttori di armi ucraini “hanno superato molte carenze militari che erano visibili nel 2014”. Il progresso principale, a quanto pare, è stato raggiunto nei veicoli blindati, carri armati e pistole contro i carri blindati, pezzi che erano l’anello più debole del 2014. Lo scoppio della guerra ha rinvigorito i produttori ucraini a riprendere le loro applicazioni sui sistemi missilistici a lungo raggio, ricerche che per una lunga serie di ragioni, principalmente dovute a scelte di governo, erano state in gran parte sospese dalla fine del 2012.
La maggior parte dei contratti che sono stati stipulati ad Abu Dhabi tra i produttori ucraini e gli acquirenti stranieri sono stati firmati nel campo dei veicoli corazzati e nell’ottica elettronica. Come ha fatto notare un rappresentante di Ukroboronprom, che ha voluto rimanere anonimo, i “prodotti militari ucraini sono valutati sul mercato internazionale soprattutto grazie alla loro conformità ai requisiti previsti dagli standard contemporanei”. La maggior parte di questo sviluppo, tuttavia, deriva dal fatto della cosiddetta “guerra ibrida” della Russia contro l’Ucraina, che ha rinvigorito il complesso militare-industriale nella ricerca tecnica e nello sviluppo.

In ultima analisi, a dispetto di un torrente di critiche provenienti dai russi, è certo che l’Ucraina ha compiuto progressi visibili nell’industria delle armi, soprattutto in confronto con il periodo pre-2014. Incidentalmente, questo dato di fatto è stato confermato da fonti esterne. Secondo l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI), l’Ucraina per il periodo 2012-2016 è il nono dei maggiori esportatori di armi al mondo, e le sue vendite sono aumentate di quasi il 50 per cento rispetto al periodo 2007-2011.
Lo sviluppo del settore degli armamenti nazionali è certo che continuerà negli anni a venire, specialmente nel campo delle innovazioni elettroniche integrate.

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