Nuovi pensieri per Nadia

Anche se il viaggio del deputato Nadia Savchenko nei territori occupati del Donbas è stato inutile e ambiguo, ci fa puntualizzare alcuni punti.
Dapprima l’azione di Savchenko è stata un duro colpo per i servizi di sicurezza ucraini e le forze dell’ordine: abbiamo scoperto che tutti i posti di blocco e le terribili code a cui sono sottoposti tutti i cittadini che vogliono entrare o uscire dalle enclavi del Donbas, sono delle orribili ventose bucate. Savchenko e il suo team si sono nascosti nella “DPR” senza alcuna difficoltà, inoltre il veicolo sul quale viaggiavano, essendo stato pubblicizzato su tutti i canali russi, era senz’altro sulla lista di quelli “ricercati”, ma come ha fatto a transitare così liberamente?
Quindi, in realtà, che cosa impedisce ai contrabbandieri di armi ed esplosivi di passare attraverso tali “fori” incontrollati? Chissà quanti ce ne sono!

In secondo luogo, la mossa di Savchenko è un “pugno” non meno significativo inviato alle autorità ucraine. Alcuni deputati si sono affrettati a dichiarare che la presenza di Savchenko nelle zone che sfuggono al controllo del governo, poteva essenzialmente legittimare i teppisti che si proclamano “leader” dei territori occupati; ma qual è la differenza fondamentale tra Savchenko e il Ministro dell’Energia e dell’Industria del carbone, Igor Nasalyk, che anche lui ha visitato i territori occupati per incontrarsi con il cosiddetto “ministro” della “DPR” per organizzare le forniture di carbone?
Il terzo colpo è stato inferto a tutti coloro che sostengono che Savchenko è una “colomba della pace” che facilita il rilascio dei prigionieri. Naturalmente, è stato fantastico per le famiglie di coloro che hanno parenti nelle prigioni dei militanti vedere Savchenko nelle TV russe ed essersi assicurati che i loro cari sono vivi; tuttavia, non dobbiamo dimenticare che Savchenko non ha riportato un solo prigioniero. Il punto è che lo scambio non era all’ordine del giorno, come pure lei non era autorizzata a fare scambi e non aveva nulla da offrire ai terroristi. Pertanto, lo scopo di questo viaggio non è stato quello di aiutare i detenuti e le loro famiglie.
L’obiettivo è stato quello di dimostrare la debolezza delle autorità ucraine. Perché? Beh, come si spiega altrimenti se un famoso “prigioniero del Cremlino”, una volta liberato non lavora per Mosca? Dopo tutto, senza la benedizione del Cremlino, Savchenko sarebbe mai stata in grado di entrare nelle enclavi e incontrarsi con i leader dei militanti, non avrebbe potuto parlare di persona con i prigionieri ucraini, e la propaganda delle TV russe non l’avrebbe seguita ad ogni suo passo.

C’è una minaccia per Savchenko? Nessuna! L’Ucraina non ha ancora una legge sui territori occupati del Donbas, non c’è alcun divieto per visitare le zone, soprattutto se è una “visita”che rappresenta un popolo. Savchenko non può essere privata del suo mandato parlamentare in quanto non esistono i motivi legali. E se parliamo di toglierle l’immunità (ad esempio, se le forze dell’ordine dimostrassero che Savchenko si è adoperata per il rovesciamento del governo di Kiev), questa decisione deve passare dalla Rada.
Inoltre, il Parlamento non ha ancora esaminato l’estromissione dal parlamento di Savchenko tramite una commissione parlamentare della sicurezza nazionale e difesa. Questo tuttavia, non significa che la SBU non possa intervistare Nadia Savchenko, almeno per cercare di dimostrare che il divario tra tutto ciò che sono chiacchiere e il suo presunto tradimento, è veramente molto piccolo.

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