La Russia lancia il nuovo progetto contro le “false News”

La Russia ha abbracciato l’espressione “notizie false” per eliminare i pezzi o i dati che ritiene ingiusti, ambigui o sbagliati – anche se i governi occidentali stanno accusando Mosca di sfruttare le notizie false e fuorvianti per dei suoi precipui guadagni politici.
In Russia è stato avviato un progetto volto a confutare i rapporti che vengono ritenuti “falsi”.
Il ministero degli Esteri, questa settimana, ha presentato sul suo sito ufficiale una nuova sezione nella quale mette in evidenza ciò che lui definisce “esempi di pubblicazioni che diffondono false informazioni sulla Russia”.

Finora, nel sito del ministero sono stati ripresi solo cinque media: NBC News, The Telegraph, The New York Times, e Bloomberg; oltre un sito web di più basso profilo di Santa Monica, in California.
Il ministero ha mantenuto i suoi sforzi al minimo.
In ogni caso, il ministero fornisce una breve descrizione del motivo per il quale la notizia viene considerata da “rifiutare”: “Questo materiale viene utilizzato per diffondere informazioni che non corrispondono alla realtà”.
Ogni comunicato dispone anche di uno screenshot dell’articolo in questione, che è decorato con un timbro rosso, “Fake”.
Tutti gli articoli, tranne uno, presi in esame dal ministero si basano su fonti governative non identificate o su dichiarazioni pubbliche di esponenti politici. A volte, tuttavia, l’iniziativa russa sembra riprendere chi scrive il messaggio.
Ad esempio, l’articolo di Bloomberg è incentrato su accuse contro il responsabile della campagna di Emmanuel Macron, un candidato filo-europeo alle elezioni presidenziali in Francia, un politico che gli hacker russi stanno prendendo di mira, il ministero sostiene che l’autore del pezzo non è informato e trasmette “posizioni di parte”. Lo stesso autore è stato attaccato perché ha sostenuto che la Russia ha orchestrato la campagna di hack del DNC con lo scopo di aiutare il presidente Donald Trump a vincere le elezioni nel mese di novembre; ha inoltre valutato che il Cremlino ha “distribuito propaganda al pubblico russo e internazionale”, come parte della campagna”. Mosca nega tutte le accuse.

La storia di Bloomberg include anche una smentita ufficiale di ogni pezzo incriminato da parte del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Il pezzo del New York Times evidenziato dal ministero sostiene che “la Russia ha segretamente implementato un nuovo missile da crociera che i funzionari americani affermano che violi il trattato INF”. Il rapporto cita un “alto funzionario, ma non fornisce ulteriori dettagli e ha chiesto l’anonimato per poter rendere pubblici dei recenti rapporti di intelligence”; ma l’articolo non indica che il NYT ha chiesto un commento alla Russia, e non viene riportato. L’articolo del The Telegraph tratta le presunte ingerenze russe in Montenegro e, quello della Nbc su Edward Snowden come un «regalo» a Donald Trump.
L’articolo più tendenzioso descritto nella sezione “confutazioni” del ministero è un pezzo del 22 febbraio pubblicato dal Santa Monica Observer. L’articolo s’appoggia su teorie di “cospirazionisti di Twitter” e postula che la morte di Vitaly Churkin, l’inviato di Mosca presso le Nazioni Unite, sia dovuta a “circostanze sospette”.
Inoltre il pezzo non menziona nessun suggerimento delle autorità statunitensi riguardo la morte di Churkin, le quali, in attesa del risultato della autopsia, riferiscono la causa ad un attacco di cuore.
Il sito di Santa Monica in sé, secondo il ministero, sembra avere una storia particolarmente indirizzata a pubblicare notizie dubbie, o palesemente false.
La portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova ha riferito ai giornalisti il 22 febbraio a Mosca, che la Russia ora stava cambiando e rimescolando le carte sui tavoli, perché fino ad adesso sono stati i giornalisti e i funzionari occidentali che hanno ripetutamente accusato di falsità la Russia e i media fedeli al Cremlino.
“Scambieremo i ruoli, poi vedrete voi stessi quanto sarà difficile dimostrare ciò che sosterrete – ha espresso Zakharova.
Il numero di “notizie false” girate durante la campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti dello scorso anno, hanno dato il via ad una esplosione di siti che inviano notizie “fake”, con d’altra parte un incremento di siti che controllano le notizie e le bloccano prima che si diffondano.

Alcuni ricercatori hanno documentato, come i siti di social-media, tipo Facebook, hanno permesso la circolazione di notizie non verificate, con analisti che hanno concluso che questo fatto ha avuto un effetto notevole sulle opinioni degli elettori.
Dal momento del suo insediamento – 20 gennaio – Trump ha più volte respinto le critiche – comprese quelle che fanno riferimento ai presunti legami tra i suoi associati e la Russia – come “Notizie false”.
In pratica, Mosca risponde alla critiche rispedendole al mittente. In un messaggio inviato al parlamento russo, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu ha ammesso che le truppe della cyber-warfare – guerra di informazione – sono più agguerrite di prima. “La propaganda deve essere furba, competente e di impatto”, ha sostenuto il ministro. Delle truppe però, nessun accenno.

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