La Rada discute le condizioni per le elezioni nel Donbas

Il vice speaker aggiunto della Verkhovna Rada, Iryna Gerashchenko, ha reso noto ieri le condizioni per le quali l’Ucraina potrebbe indire le elezioni nei territori occupati del Donbas.
Il deputato si è molto dilungato, sia sulla definizione di “una pace sostenibile” e sul disarmo completo delle forze ibride russe, che anche sul ripristino del confine russo-ucraino. “La parte ucraina insiste sul fatto che le elezioni nei territori occupati possano avvenire solo in una situazione di pace sostenibile – non per una settimana, non per due settimane, ma una pace sostenibile con un disarmo completo, perché oggi ci sono 38.000 uomini armati presenti nelle zone occupate. In quale altro luogo al mondo si possono indire e tenere elezioni quando nella zona interessata presto ci sono più armi e mercenari che residenti locali? Dovremo indire elezioni quando ci sono 400 chilometri di confine incontrollato ed è attraverso questo tratto di territorio che vengono rifornite di armi le truppe ibride russe? – ha sostenuto Gerashchenko.

La speaker ha fatto notare che i cosiddetti convogli umanitari passano “anche loro attraverso questo confine incontrollato, riportandosi in Russia le apparecchiature delle fabbriche ucraine, come succedeva durante la seconda guerra mondiale”. “Il completo saccheggio da parte dello Stato aggressore – ha insistito Gerashchenko – commesso oggi dalla Russia e dai suoi proxy non soddisfano nessuna delle disposizioni degli accordi di Minsk, a partire dal regime di silenzio”.
“Il parlamento europeo non permette ai suoi rappresentanti di visitare l’Ucraina orientale. E, secondo i deputati europei come faranno gli osservatori internazionali a svolgere il loro lavoro quando ci saranno le elezioni? Quelli che verranno saranno cittadini francesi, tedeschi o belgi … e altri paesi … come potranno svolgere la loro missione di osservatori, se ai rappresentanti del Parlamento europeo viene vietato l’accesso? – ha continuato Gerashchenko – Dobbiamo notare che oggi è impossibile parlare di una pace sostenibile, ed è quindi strano sentire dai partner europei l’invito al Parlamento ucraino di procedere al voto per le disposizioni politiche chiave degli accordi di Minsk, dopo che l’equipaggiamento militare pesante verrà ritirato da tre settori della linea di contatto. Cosa accadrà nelle altre parti della linea di contatto? Attacchi giornalieri?”.

Gerashchenko, rivolgendosi ai rappresentanti del Parlamento europeo, ha sottolineato che la missione di monitoraggio speciale dell’OSCE dovrebbe avere pieno accesso al territorio occupato e fino al confine russo-ucraino, ma allo stesso tempo, ha ricordato che oggi la missione OSCE non ha un tale accesso. Gerashchenko ha messo in risalto anche che i deputati dovrebbero chiedersi, “perché i cosiddetti convogli umanitari provenienti dalla Russia hanno accesso alle aree occupate, mentre la Croce Rossa non ha una tale posibilità?”.
La parte ucraina insiste che le questioni di sicurezza e umanitarie debbano essere considerate questioni prioritarie “che forniscono le basi per la transizione delle questioni politiche”.

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