Putin tramanda le sue ideologie

Le recenti nomine russe di persone che gestiscono i rapporti dell’amministrazione con la società civile hanno tutte qualcosa in comune: incarnano la versione conservatrice dell’ideologia dell’autocrate russo; alcune hanno idee non ortodosse, ma tutte hanno poca simpatia per l’intellettualismo occidentale.
Le nuove nomine hanno avuto inizio nel mese di aprile, quando Putin ha designato a difensore dei diritti umani in Russia, Tatyana Moskalkova, un generale di polizia che era anche stata un deputato. La carriera nel corpo di polizia di Moskalkova non è l’unica ragione per la quale è stata scelta: lei è una fervida cristiana ortodossa e anche un fautore vocale che a suo tempo voleva punire il gruppo punk, Pussy Riot, per aver tentato d’inscenare una canzone anti-Putin in una cattedrale di Mosca; ha anche accusato l’Occidente d’usare i diritti umani come arma politica. In una recente intervista, Moskalkova ha insistito sul fatto che, nonostante le leggi che ne vietano la “propaganda”, in Russia non ci fossero problemi con i diritti dei gay, e che, nonostante le dure e arbitrarie leggi sullo “estremismo”, ha affermato che la Russia non detenesse prigionieri politici.

Nel mese di agosto, Putin ha sostituito Sergei Ivanov, il suo capo di stato maggiore, con Antonio Vaino, un diplomatico di carriera. In Russia, l’amministrazione presidenziale supervisiona la politica e la società civile, quindi questo è un altro importante affare di “interfaccia”. Vaino aveva co-scritto alcuni densi testi accademici su un tema che forse è probabilmente meglio descritto come futurologia.
I post sono pieni di termini complicati, schemi e grafici che descrivono un dispositivo chiamato “nooscope”. Progettato in Russia cinque anni fa, gli studi nooscope si occupano di “coscienza collettiva del genere umano” e registrano tra le altre cose, “l’invisibile”. Si tratta di una rete di “scanner spaziali” che monitorano i cambiamenti della “biosfera”.
“Non c’è modo di dimostrare che il mondo a cui siamo abituati – il mondo che conosciamo attraverso la vista, l’udito e il tatto – esista nella realtà e non sia solo frutto della nostra immaginazione” – conclude il primo articolo che è stato pubblicato nel 2012 sulla rivista di Economia e Diritto.
Nel mese di agosto, Putin ha eletto alla carica di ministro dell’Istruzione un ex membro del suo staff, Olga Vasilyeva: gli interessi accademici di Vasilyeva sono la Chiesa ortodossa russa nell’epoca di Stalin. Il nuovo ministro ha suggerito che la forte manipolazione sovietica della chiesa durante la seconda guerra mondiale – quando il regime bloccava e uccideva i preti – si basasse sull’aspetto religioso del patriottismo, quindi fosse stato un approccio molto utile. Le sue dichiarazioni suggeriscono anche che lei creda che l’Occidente, drammatizzando al massimo il periodo di Stalin, abbia distrutto l’Unione Sovietica.
Infine, Putin ha nominato Anna Kuznetsova, a difensore civico dei diritti dei bambini russi. Lei è sposata con un prete ortodosso russo e manifesta estreme opinioni religiose conservatrici. Lei ha premiato un’organizzazione non governativa sul fiume Volga, nella città di Penza, che ha indetto una competizione tra i centri sanitari femminili per indurre il minor numero possibile di aborti. Kuznetsova, è madre di sei figli, però non è solo a favore della vita: Lei sul social network VK è anche membra di un gruppo che nega la realtà del virus dell’immunodeficienza umana. Nel 2009, in un’intervista rilasciata ad un sito web di Penza, ha spiegato la sua fede in “telegoni” – una teoria che sostiene che i contatti sessuali di una donna influenzino la sua progenie futura, anche se non portano al concepimento.

Dopo la sua nomina, Kuznetsova ha negato alcune sue dichiarazioni – anche se rapidamente si è corretta sostenendo che forse poteva averle sentite da “un biologo qualificato, almeno un dottore di ricerca” e poi lei le ha riprese ed esternate.
Se Putin fosse il presidente degli Stati Uniti, queste nomine sarebbero state l’equivalente della creazione di una redazione di alti funzionari di estreme congregazioni ecclesiastiche e siti web con insita l’idea della cospirazione. Questo è qualcosa di nuovo per Putin: per la maggior parte del suo regno il suo regime è stato decisamente non ideologico. Le sue interazioni con la società sono state gestite da burocrati di carriera che erano interessati all’efficienza e ai bilanci e le cui opinioni erano irrilevanti o estremamente flessibili. I più recenti incarichi mostrano l’abbraccio di ciò che possiamo chiamare i “valori conservatori di Putin” – un mix di principi morali ortodossi, misticismo russo e convinzioni anti-occidentali – che forse non sono solo uno stratagemma per distrarre i russi dalle recenti difficoltà economiche.
Sembra che Putin stia facendo del suo meglio per riempire, dopo la caduta del comunismo, il vuoto ideologico esistente in Russia. I suoi funzionari sono ora messaggeri di una nuova piattaforma, che corrisponde grosso modo al punto di vista della destra religiosa in Europa e negli Stati Uniti, ma con un sapore tutto russo. L’ideologia è un work in progress, ma i suoi portatori sembrano condividere gli stessi principi di base e le stesse emozioni, anche se non tutti condividono le stesse convinzioni idiosincratiche. Se il sistema Putin persiste, la sua piattaforma ideologica finirà per cristallizzarsi, proprio come ha fatto il comunismo sovietico.

Lascia un commento