L’aggressività russa

L’Orso è uscito dal bosco: lo si vede sul terreno in tutte le attività e operazioni ucraine, all’interno delle virtuali caselle di posta del Democratic National Committee e presso le organizzazioni di notizie americane; gli attacchi informatici russi stanno inducendo a strabilianti titoli che avvertono, non solo di un ritorno a comportamenti in stile Guerra Fredda, ma anche al relativo declino della potenza americana.
L’elenco delle entità statunitensi che si ritiene siano state violate dagli hacker russi è lungo e preoccupante, al suo interno comprende la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, il Dipartimento della Difesa, la Borsa NASDAQ, la rete elettrica degli Stati Uniti e quella del Democratic National Committee: gli hacker russi hanno anche tentato d’infiltrarsi nell’ufficio del The New York Times a Mosca.
I moventi di queste intrusioni variano dal desiderio d’influenzare il risultato delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti di novembre, minare la democrazia e di conseguenza le relazioni UE-USA.

Cosa sappiamo della capacità, le strategie e degli intenti russi? Cosa dovremmo sapere di questo subdolo avversario di livello molto avanzato, per riuscire ad affrontarlo e valutare fino a che punto è in grado di minacciare l’Occidente?
Gli Stati Uniti rimangono un concentrato d’innovazione e capacità tecnologica; ma, quando si tratta di strumenti sofisticati e scoperte nel dominio cibernetico, l’America non è sola, ha accanto giocatori chiave che compongono “il cyber arsenale” della Russia tra cui, il servizio russo di intelligence estero (SVR), l’agenzia di intelligence militare (GRU), il Servizio federale di sicurezza (FSB) e il servizio di protezione federale (UST).
James Clapper, il direttore della National Intelligence, testimoniando all’inizio di quest’anno davanti alla Commissione dei Servizi Armati del Senato degli Stati Uniti, ha osservato che gli “attacchi informatici della Russia stanno diventando sempre più sfacciati”, e hanno la volontà “di colpire i sistemi di infrastrutture critiche e svolgono attività di spionaggio”.
Dalla caduta del muro di Berlino, i russi hanno praticato la seconda più antica professione al mondo – sicurezza e intelligence – usando tattiche di alta tecnologia. Anni fa, la Russia ha riconosciuto e integrato le potenzialità che gli strumenti e le azioni online avrebbero potuto offrire alla dottrina militare, alla strategia e alle operazioni internazionali in genere; ma solo recentemente però la Russia sta affinando questo modello e lo sta applicando alla guerra, cioè in pratica sta miscelando la forza dell’elettronica al mondo reale rendendo tutto un ibrido che supera la somma di tutte le sue parti.
Le sue prime lezioni la Russia le ha date nel 2008, nel conflitto russo con la vicina Georgia. Valery Gerasimov, il capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Federazione Russa, allora ha supposto che per il 2013 la dottrina militare russa avrebbe messo l’accento sui “mezzi non militari” (come azioni politiche ed economiche) supportati da “nascosti” sforzi militari (come ad esempio le attività intraprese dalle truppe per operazioni speciali – o operative nel cyberspazio). A partire dal 2014, l’approccio integrato è stato utilizzato nella battaglia contro l’Ucraina.
Gli attacchi diretti contro gli Stati Uniti, i governi e le imprese di altri paesi hanno raccolto i segreti economici e diplomatici che sono poi serviti a rafforzare le industrie e la mano russa nei negoziati in materia di commercio e di politica globale. Per dirla in modo franco, Mosca ruba i risultati e i lavori degli altri. “Il prelevare” dagli altri è più veloce e meno costoso che investire su se stessi, proprio come conoscere le carte degli altri giocatori durante una partita a poker ti da l’opportunità di applicare mosse più efficaci.
La Russia fa ampio uso di “esterni” per promuovere gli obiettivi del paese. Questi gruppi e individui possono essere supportati direttamente dallo Stato russo, o possono semplicemente operare su un “terzo livello”, che offre ai funzionari russi, se scoperti, la possibilità di negare costantemente. Questo di per sé non è nuovo: la Russia ha a lungo invocato proxy per nascondere la propria mano e ingannare.
Le ragioni nascoste dietro a queste manifestazioni e minacce russe sono principalmente indirizzate a: destabilizzare i paesi e le regioni, portare direttamente o indirettamente danno economico o anche fisico agli interessi occidentali. Questi tipi di danni sono reali, anche se non sempre pienamente tangibili.

La propaganda russa on line avanza narrazioni che cercano di minare “le istituzioni occidentali” e vuole diffondere disordini sociali nei paesi di destinazione. Un metodo che si sta diffondendo è la paura degli immigrati. Dal mese di novembre 2015 i media russi hanno inventato non meno di 56 nuove false storie contro i rifugiati, alcune in Germania, Francia, Italia, Austria ed altrove.
Nel momento in cui l’Occidente aumenterà le sue conoscenza sulle capacità, le motivazioni e le intenzioni russe potrà non solo scoraggiarne gli attacchi e rispondere a quelli che si verificano, ma anche agire contro i modi che influenzano il comportamento russo: le minacce digitali di oggi sono allo stesso tempo diffuse, profonde e con nessuna difesa o soluzione.

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