Il nuovo ceto medio russo

In Russia, non solo c’è un divario tra ricchi e potere, con i poveri che diventano sempre più poveri, ma nel corso degli ultimi anni la classe media del paese sta vivendo un suo proprio cambiamento: non è più composta come una volta di insegnanti e medici, ora, al loro posto si sono accovacciati persone che operano nel campo della sicurezza e funzionari del governo.
Il mese scorso, l’Accademia di Economia e Stato Russa ha pubblicato un rapporto che dimostra come sia aumentata la disuguaglianza di reddito dei cittadini, misurata dal coefficiente di Gini [Il coefficiente di Gini, introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini, è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. È spesso usato come indice di concentrazione per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza. È un numero compreso tra 0 ed 1. Valori bassi del coefficiente indicano una distribuzione abbastanza omogenea, con il valore 0 che corrisponde alla pura equidistribuzione, ad esempio la situazione in cui tutti percepiscono esattamente lo stesso reddito; valori alti del coefficiente indicano una distribuzione più diseguale, con il valore 1 che corrisponde alla massima concentrazione, ovvero la situazione dove una persona percepisca tutto il reddito del paese mentre tutti gli altri hanno un reddito nullo].


Il rapporto suggerisce che la classe più colpita dalla crisi attuale, non siano stati i poveri o i ricchi, ma la classe media.
Dmitry Loginov, uno degli autori del rapporto, ha osservato che “nel periodo pre-crisi, la classe media si è ampliata e ha inglobato i rappresentanti dell’apparato burocratico, le strutture delle forze armate e i settori pedagogici e la comunità medica” ma negli ultimi tre anni molti degli ultimi due gruppi “sono usciti dalla classe media”.
Tatyana Maleva, il capo dell’Istituto di analisi sociale e pronostici dell’Accademia, ha sottolineato che nella seconda metà dello scorso decennio, “la struttura della classe media russa è cambiata”. All’inizio era principalmente composta da persone provenienti dal settore privato imprenditoriale; ma dal 2005 “è costituita per la maggior parte da burocrati ben pagati”, inclusi quelli delle forze armate.
Questa tendenza è “continua – ha riferito Maleva – il business privato è in una tale situazione che è impossibile fare soldi, non c’è un settore specifico, sono tutti in crisi. Qual è la cosa più stabile del paese? Il settore statale. Non esistono più lavori stabili più o meno ben pagati, la gente non vuole più avere rischi di business, lo Stato bene o male paga sempre”. Le persone desiderano essere posti nella classe media perché ci sono “redditi non alti, rischi nulli e si può vivere bene”.


Un altro esperto, Svetlana Biryukova, un ricercatore presso la Scuola Superiore di Economia, ha sottolineato che la classe media russa “consiste di due gruppi molto diversi, uno che rappresenta il lavoro intellettuale, e l’altro gli impiegati siloviki e gli statali; ma questi ultimi sono in continua crescita, mentre i medici e gli insegnanti, per il calo del potere d’acquisto e il non adeguamento degli stipendi, stanno cedendo posizioni e stanno uscendo da questa classe di reddito”.

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