Bielorussia: la diversificazione della politica estera e il rafforzamento della valuta

Il 1° di luglio c’è stata la ri-denominazione del rublo bielorusso: nel corso dei prossimi sei mesi, le banconote in circolazione verranno sostituite con nuove banconote e monete in proporzione di 10.000 vecchi rubli bielorussi contro 1 nuovo, così, il leggendario numero di zeri che appariva sul denaro – un milione di rubli era pari a poco meno di 50 dollari – diventerà una cosa del passato. Il concetto generale del nuovo design delle banconote riflette il motto “La Bielorussia è il mio paese”, ogni pezzo di carta moneta è dedicato ad una delle regioni della Bielorussia e alla città di Minsk. Le vecchie e nuove banconote resteranno parallelamente in circolazione dal 1 ° luglio al 31 dicembre 2016.

La lunga attesa ridenominazione della valuta nazionale è avvenuta solo due giorni prima della grande festa nazionale del Paese, che celebra l’anniversario della liberazione di Minsk dalla Germania nazista – 3 luglio 1944. Nel suo solenne discorso del 1 luglio, dedicato al raduno prima delle vacanze, il presidente Alyaksandr Lukashenka ha osservato che “a causa del forte ruolo dello Stato, tutti i ricavi conseguiti da parte del paese non finiscono in conti offshore stranieri, non sono spesi in ville e yacht per gli oligarchi; ma sono investiti in casa, nell’economia e nel sociale”. Nel suo intervento il presidente ha anche sottolineato che seppur i dialoghi con l’Unione europea e gli Stati Uniti fossero iniziati, sono ancora “sconsideratamente o per inerzia” pieni di metodi obsoleti e grezze pressioni; così che, anche se la maggior parte delle sanzioni sono state eliminate, ne rimangono ancora in vigore delle altre.
In contrapposizione, lo stesso giorno, il segretario di Stato Usa, John Kerry, si è calorosamente congratulato con “il popolo bielorusso per l’anniversario della dichiarazione dell’indipendenza dall’Unione Sovietica – il 27 luglio 1990 – e per il giorno dell’Indipendenza – ufficialmente osservato il 3 luglio. Kerry ha anche rimarcato il sostegno degli Stati Uniti per la sovranità e per l’integrità territoriale della Bielorussia e ha espresso la speranza che le relazioni bilaterali vengano presto normalizzate. Le osservazioni di Kerry sono state le prime nel loro genere dopo la fine del 21 ° secolo. Il 6 luglio, durante una riunione tra l’incaricato d’affari americano per la Bielorussia, Scott Rauland, e il capo di stato Lukashenko, il presidente bielorusso ha espresso l’opinione che “senza una normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti, noi [Bielorussia] non avremo mai a tutti gli effetti una politica estera”, da parte sua, Rauland ha rilevato che, sulla base dei progressi compiuti durante i suoi due anni di servizio, non vede nessuna difficoltà per normalizzare i rapporti tra i due stati.
Il quotidiano russo, Vzglyad, che di solito esprime opinioni vicine a quelle del Cremlino, ha cercato subito di dipingere la riunione Lukashenko-Rauland di patina geopolitica, suggerendo che il governo degli Stati Uniti stesse cercando d’influenzare la Bielorussia affinché prendesse le distanze da Mosca, e citando Dmitry Bolkunets, della Scuola Superiore di Economia di Mosca, la rivista ha opinato che “nelle condizioni attuali, Mosca non può essere l’eterno sponsor del regime politico bielorusso; quindi Minsk sta facendo del suo meglio per trovare altri paesi che la aiutino”.
Il punto di vista espresso dal quotidiano russo potrebbe anche avere un senso, infatti Minsk su molte questioni internazionali tende a deviare da Mosca. Ad esempio, durante la sua visita in Lettonia, il ministro degli esteri bielorusso, Vladimir Makei, ha dichiarato che il dispiegamento di forze dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) nei paesi vicini alla Bielorussia non rappresenti una minaccia diretta per il suo paese, e, anche se Minsk non è molto contenta, ne capisce appieno le motivazioni.

Un’indagine nazionale effettuata a giugno dall’Istituto Indipendente per gli Studi Socio-Economici e Politici di Minsk, ha confermato che solo un 4 per cento si ritengono amici degli USA, mentre un 52 per cento vedono l’America come un nemico. Secondo la stessa indagine, il migliore amico della Bielorussia rimane la Russia. Nella sua recente intervista, l’ambasciatore della Bielorussia in Russia, Igor Petrishenko, mentre ha espresso soddisfazione per molti aspetti che riguardano l’Unione Russia-Bielorussia, come ad esempio l’uguaglianza dei diritti di cui godono i cittadini di entrambi i paesi in materia di occupazione, la migrazione, l’assistenza sanitaria e l’istruzione, ha anche menzionato problemi irrisolti, tra cui le barriere esistenti alla circolazione delle merci, nonché l’accesso ineguale agli ordini di acquisto statali e ai contratti della difesa; molto problematico rimane sempre il transito di merci tra i due stati da parte di vettori di paesi terzi, ha continuato Petrishenko, come la scarsa efficienza dei programmi a livello statale, l’eccessiva tassazione di Mosca – i lavoratori stagionali bielorussi pagano il 30 per cento contro il 13 per cento dei cittadini russi – e, naturalmente, il calo del mutuo commercio – nel 2015 c’è stata una diminuzione del 26 per cento rispetto al 2014.
Sia il rublo russo che il bielorusso hanno sofferto negli ultimi due anni di perdite di valore intrinseco, e la Bielorussia quindi, “sia con la ridenominazione della propria valuta, che con l’apertura al mercato internazionale, ha voglia di volare con due ali invece che con una – una metafora a lungo usata dal presidente per spiegare la politica estera del paese.

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