La Russia continua la guerra mentre l’Occidente è elusivo

Le forze russe e i proxy stanno attaccando le posizioni ucraine in diversi punti lungo la linea del fronte da metà gennaio 2015. Queste operazioni offensive sono per lo più di posizione e di logoramento per il momento, con un potenziale distinto per poter incrementare il controllo di più territorio, ora in mano agli ucraini. Gli obiettivi sono di far diminuire le forze ucraine, mordere pezzi aggiuntivi di territorio e costringere Kiev a chiedere un altro armistizio alle condizioni russe, come ultima risorsa ucraina al fine d’evitare ulteriori perdite. Ciò sarebbe in gran parte come riprodurre lo scenario di agosto-settembre 2014, possibilmente senza ricorrere ad nuovo intervento palese su vasta scala delle forze convenzionali russe. L’offensiva in atto sembra calibrata per evitare ulteriori sanzioni alla Russia. Al ritmo d’attrito attuale, le forze ucraine potrebbero, ad un certo punto, trovarsi a corto di munizioni e d’artiglieria. Nel frattempo la Russia ha lanciato una campagna di guerra politica per interrompere la mobilitazione e la coscrizione ucraina. Idealmente, dal punto di vista del Cremlino, le proteste potrebbero scoppiare a Kiev se le truppe ucraine perdessero più terreno, o se il presidente ucraino e il governo fossero costretti ad accettare le condizioni di Mosca per un armistizio. I comunicati militari ucraini, comprensibilmente sono volti a sostenere il morale della guerra, ma non riflettono la situazione militare.
Dopo aver sconfitto l’Ucraina nella battaglia per l’aeroporto di Donetsk, le forze russe e i proxy stanno attaccando Debaltseve. Si tratta di uno svincolo ferroviario e autostradale critico. Il controllo ucraino è l’ultimo ostacolo per la creazione di collegamenti di trasporto diretti tra le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Al contrario, il controllo di Debaltseve consentirebbe alle due Repubbliche d’unificare in modo affidabile i loro territori, le infrastrutture e le forze militari nonché, in ultima analisi, realizzare l’unificazione politica delle due repubbliche. Le forze russe non sono riuscite, per ora, a circondare completamente le forze ucraine nella zona Debaltseve; ma si sono impossessate del distretto di Vuhlehirsk e del tanto conteso, Nikyshne. Stanno attaccando su entrambi i fianchi, riducendo il territorio in dimensioni, incanalando alcune forze ucraine attraverso un corridoio. Secondo il consigliere militare del presidente Petro Poroshenko, il generale Oleksandr Kuzmuk (l’ex ministro della difesa), il pieno accerchiamento di Debaltseve aprirebbe la strada verso Artemivsk, Slovyansk e più avanti.
Priva d’assistenza militare occidentale, l’Ucraina sta affrontando la Russia uno contro uno, quasi un anno dopo il primo attacco russo sull’Ucraina, mentre l’amministrazione Obama “sembra essere sul bordo” per riconsiderare la propria negazione d’assistenza militare all’Ucraina. Ma la Casa Bianca ha chiarito nella sua ultima intervista, di non avere nemmeno una “bordatura” verso quella direzione. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, Ben Rhodes, invece, è uscito affermando completamente il contrario. “La risposta è d’esercitare una pressione, cercare di farli [cioè, il governo ucraino] sedere al tavolo con i separatisti, di modo che possano vedere una tranquilla de-escalation”. Questo coincide con la posizione consolidata di Mosca, che sta equiparando i “separatisti” con il governo ucraino come parti dei negoziati. Nel frattempo, gli spesso ripetuti appelli di Washington per una “de-escalation” implicano che il congelamento del conflitto sia un obiettivo in sé e non sia una soluzione coerentemente condivisa con gli interessi occidentali e ucraini. L’ultimo rapporto del Consiglio Atlantico, “Preservare l’indipendenza dell’Ucraina, resistere all’aggressione russa: quello che gli Stati Uniti e la NATO devono fare” del 1° febbraio 2015, ha spostato in modo significativo il tono dei dibattiti pubblici a favore di fornire all’Ucraina armi difensive e formazione, in modo da dissuadere i russi. Ma l’amministrazione Obama esprime solo e sempre la sua riluttanza ad aiutare l’Ucraina con l’invio di armi.
La cancelliere tedesca Angela Merkel, che si dovrebbe incontrare il 9 febbraio alla Casa Bianca a Washington, in fase di preparazione a quella discussione, ha ribadito che la sua visita, escluderebbe qualsiasi assistenza militare all’Ucraina, anche se ci fosse un deterioramento della situazione militare. Merkel ha invocato la sua argomentazione familiare che non ci può essere una soluzione militare, ma solo una soluzione politica a questo conflitto. Questo argomento trascura il fatto che la Russia stia in realtà imponendo una propria soluzione militare unilaterale. Un accordo politico, se firmato, non farebbe che confermare la situazione militare sul terreno, una firma che l’Ucraina non vuole. Il mancato impegno ucraino comporterebbe quella sorta di “soluzione politica”, o conflitto irrisolto prolungato sul modello della Transnistria, Abkhazia, Ossezia del Sud o, più di recente, Crimea, con la Russia, vincitore de facto. Data la ferma opposizione della Merkel d’armare l’Ucraina, il suo prossimo incontro con il presidente Obama potrebbe comportare un reciproco rafforzamento della loro esistente posizione su questo tema.

Articolo pubblicato su Javan24.it

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